Il senso dell’invidia

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Invidiare è una parola antica che ha a che fare con un animale che è presente dalla creazione del mondo: il serpente. Nel significato analogico vuol dire energia. E quanta ce n’è tra i soggetti invidiosi! Possono essere essi: antagonisti, concorrenti, rivali. A ciascuno il suo bravo contenuto semantico. Ma senza invidia, l’anima dei salotti, c’è da dire non andrebbe avanti il mondo.

E’ una componente che già l’infante avverte nella crescita, nel suo misurarsi con i membri della famiglia e poi con molti all’esterno della propria, ciononostante tranquilla, dimora. Invidia buona uguale a sale della vita che, se non vi fosse, sarebbe sicuramente dal gusto per l’appunto sciapo. In dosi modiche è tollerabile, in un certo qual modo motivante, accompagnando il percorso del destino sulla Terra. Ci sono delle persone che sono come predestinate a “vedere” il mondo con “occhi accecati” verrebbe da dire da un fulgore che appanna, ostacola, tuttavia inevitabilmente manda indietro. E’ sicuramente un boomerang, triste per chi la “testa”. E beato colui che riesce ad oltrepassarla.

Rimanendo con il linguaggio estivo è come un’onda che travolge, stordisce e ahimè abbraccia. Cari invidiosi, prendete le distanze prima di esserne coinvolti al punto da “scomparire” sulla scena quotidiana… Volendo si può, facendo “terra bruciata” intorno a se stessi, evitando di essere “sparati a vista”.