Valle d’Itria e dintorni: la consapevolezza di una identità culturale che genera eccellenze

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Riflessioni di “Umanesimo della Pietra” con Nico Blasi: la nostra storia ci rende unici e culturalmente attivi


L’atrio del Palazzo Ducale di Martina Franca è invaso da un gruppo di turisti a cui una guida racconta la storia dell’edificio settecentesco sorto sulle mura di un antico castello. Quasi una conferma di quanto ci siamo appena detti con Nico Blasi, storico martinese, fondatore insieme ad altri suoi “compagni di avventura” del Gruppo Umanesimo della Pietra che compie 41 anni di intensa attività culturale.

Il Gruppo “Umanesimo della Pietra” deve il suo nome un’intuizione coniata da  Leonida Repaci, scrittore e pittore italiano, fondatore del premio Viareggio, mentre era in visita alla Murgia dei Trulli. Era il mese di novembre del 1977 quando a Martina Franca alcuni giovani professionisti e operatori culturali si riunivano e fondavano l’associazione, che oggi definiremmo “community”, con l’intento di studiare un interessante filone di ricerca: il territorio rurale della Murgia dei Trulli nella sua sfaccettata composizione. “L’idea nacque dopo che avevamo scattato le foto di alcune masserie – racconta Blasi. – Lo rendemmo organico, e in sei mesi di lavoro schedammo le 254 masserie storiche del vasto agro martinese, esteso per 30.000 ettari. Realizzammo tre serate in cui presentammo oltre cinquemila diapositive, distribuite tematicamente in una serie di audiovisivi, e un cortometraggio di 45 minuti. Il grande e inaspettato successo di pubblico ci indusse a pubblicare il primo numero, che immaginavamo unico, della rivista Riflessioni che, sebbene limitata nell’analisi al territorio di Martina Franca, riscosse notevole successo in tutti i centri murgiani”. La rivista s’impose sin dall’anno successivo nelle realtà limitrofe, suscitando l’interesse di numerosi studiosi, che aderirono spontaneamente all’iniziativa, sino ad allora limitata allo studio delle masserie.

Interessante è la presenza sulla rivista, che esce ininterrottamente ormai da 41 anni, di pezzi realizzati da molti giovani, studenti e professionisti, che continuano gli studi intrapresi dal Gruppo, li approfondiscono e incrementano l’interesse da parte degli ambienti culturali, non soltanto locali. “Da una ventina di anni a questa parte si sta verificando un fenomeno che potrebbe sembrare il fallimento della nostra idea di creare una sorta di comprensorio della Murgia e della Valle d’Itria – osserva Blasi. – Secondo noi è positivo il fatto che i piccoli e medi centri del territorio abbiamo cominciato ad adoperarsi autonomamente per recuperare le proprie radici e creare un’offerta di tipo turistico-culturale. L’individualità, in questo caso, riesce a creare eccellenze. L’aspetto negativo che invece deve essere superato nella mentalità meridionale, a nostro parere, è quello di andare necessariamente alla ricerca di contributi pubblici. Noi di Umanesimo siamo sempre stati sostenuti da privati e sponsor, alcuni dei quali ci seguono da 41 anni. Crediamo tuttavia che le amministrazioni debbano patrocinare e sostenere moralmente le associazioni che producono cultura, al fine di informare e formare i cittadini e contribuire alla riscoperta di una identità culturale che ci appartiene”. Umanesimo della Pietra è anche ideatore e promotore da vent’anni del premio omonimo. Un riconoscimento che ogni anno, a partire dal 1998, viene conferito a uno studioso che nel corso della propria attività di ricerca abbia dato un notevole contributo alla conoscenza e alla divulgazione della storia di Puglia nei diversi campi d’indagine. “Il premio viene assegnato, attraverso voto segreto, da una giuria popolare composta da oltre cinquecento componenti – conclude Nico Blasi –. Lo abbiamo istituito con l’intento di avvicinare il mondo accademico al nostro territorio, spingendo i premiati a incentivare gli studi universitari nei confronti della nostra realtà”.

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