Si salvi chi può

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Sipario. Buio in sala. Nooo!

È l’11 gennaio e si comincia con le luci “mezza sala” così sarà meglio vederci chiaro. Subito. Oltre 120 minuti che sembrano volare. Ma restiamo seduti. Si decolla.
Teatro Comunale di Novoli, illuminati da un faro nella notte. Il buio della pandemia e la luce nelle parole del grande Paolo Crepet. Un nome che non ha bisogno di aggettivi, oggi spesso impropriamente elargiti, perché la sua conoscenza, la sua cultura, viaggia sui binari di una missione. Raggiungere ogni angolo di Italia per spiegare come dare spazio, energia, speranza al vissuto di ognuno di noi.
La sua voce è come un suono, si ha la sensazione di chi sia entrato in casa senza far rumore, senza disturbare; il tono sempre pacato, semplice, diretto. Non c’è musica, ma è come se ci fosse. C’è attenzione. Ci sono pezzi di vita in comune da raccontare. Ognuno avrà il suo.
Raccontare il passato, rivivere l’emozione di tanti ricordi, guardare con fiducia al futuro. Il suo è un invito a “gonfiare le vele per affrontare la tempesta”.
Quella fuori e dentro di noi, quella che ha scosso l’anima, che ci ha privato degli abbracci, degli slanci di affetto, che ci ha chiuso la bocca e sfregiato i sorrisi. Ed ognuno porta con se il segno o il disagio o l’indifferenza o… non importa; ognuno ha avuto ed ha ancora la libertà di scegliere la propria modalità per vivere o per sopravvivere!
A noi, il compito di conoscere, approfondire, o più semplicemente PENSARE!
A cominciare dall’ Associazione Culturale Nova LiberArs che ha voluto appunto pensare che, il modo migliore per inaugurare il nuovo anno fosse proprio quello di invitare a Novoli il prof. Paolo Crepet. Un impegno che si è potuto concretizzare anche grazie all’Amministrazione Comunale e …
Il successo di un evento che ha visto in Teatro una massiccia presenza di pubblico giovane e meno giovane che ha saputo apprezzarne la brillante oratoria.
Un viaggio nella psiche di questa umanità strattonata. Parole mirate, salvifiche, utili per affrontare la vita nel recupero della quotidianità, delle buone maniere, dei buoni insegnamenti; guardare noi stessi in relazione agli altri, imparare a rieducarci, per educare, senza aver paura, sbagliare, correggere e, al di là della pandemia, essere sempre pronti a ricominciare. Tutti, come madri, padri, figli, maestri o più semplicemente uomini.
Lasciare andare e lasciarsi andare ed in particolare vegliare sui figli del nostro tempo perché abbiano davanti sempre sentieri impervi, piuttosto che autostrade da percorrere o attraversare.
Occorre armarsi per combattere, occorre vigilare sul loro cammino essere al loro fianco perché possano fidarsi e affidarsi alla vita!
Perché a cominciare dalla Scuola, dai luoghi, dal recupero della libertà, loro scriveranno il futuro.