“Quattro sbarre nell’anima” ha inaugurato il 31 luglio la rassegna estiva di Icaro Bookstore

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Massimiliano Cassone seppiaFrigole (Le) – La calura dell’ultima domenica di luglio ha portato una brezza nuova al Centro Vacanze Lido Smeraldo di Frigole. Alle 19,  Massimiliano Cassone, autore del romanzo “Quattro sbarre nell’anima” (ArgoMENTI Edizioni, 2016) insieme ad Antonio Soleti (giornalista ed editore) hanno inaugurato la rassegna con scrittori e autori locali promossa da Icaro Bookstore di Lecce, libreria ospite del centro vacanze con un punto vendita.

Una innovazione per Lido Smeraldo, conosciuto da residenti e non principalmente per le attività sportive offerte e, ieri, scenario nuovo e insolito per le presentazioni di libri (con un precedente del luglio scorso fuori rassegna). Una timida accoglienza da parte dell’utenza del lido, degna di ogni novità, che però ha lasciato il segno. Chi ha partecipato, lo ha fatto con interesse, passione e trasporto. Al termine della bellissima presentazione, autore e moderatore hanno interagito e dialogato con i presenti, lasciando spazio all’espressione del singolo e al consolidamento dell’importanza della lettura come spunto per il confronto nel rispetto delle idee.

Non si dialoga per avere ragione, si dialoga per capire il punto di vista dell’interlocutore e con il proprio senso critico elaborare un’opinione. Il romanzo di Massimiliano Cassone è la lettera di un padre ad un figlio. Un padre che ha sbagliato al punto tale da essere diventato un fine pena mai. La lettera è il testamento spirituale e umano che il protagonista del libro lascia a suo figlio, mai conosciuto, mai riconosciuto. Non per codardia o senso di mancata responsabilità; al contrario per eccesso d’amore. Per tenerlo lontano dal mondo malato in cui ha vissuto e da cui è stato abitato.

Martino, questo è il nome del protagonista di “Quattro sbarre nell’anima” è un uomo di 45 anni coperto di tatuaggi e cicatrici visibili e invisibili. All’ornamento della pelle si aggiunge quello del paesaggio interiore deturpato dalla scelte sbagliate. Dal giorno in cui ha messo piede in carcere, gli stati d’animo che si sono susseguiti hanno fatto di lui il passeggero della sua stessa vita che, seduto e immobile, dal finestrino guarda il mutamento del panorama. Dalla disperazione nera allo sfioramento del suicidio, dalla consapevolezza della sepoltura da vivo in una scatola di cemento alla scoperta della cultura, alla passione per lo studio.
È alla vigilia della sua seduta di laurea in filosofia e Martino decide di raccontare chi è a suo figlio, in un gioco di flashback che riportano a galla, dalle sabbie mobili della sua vita, i ricordi salienti della sua esistenza: dal raggiungimento del punto di non ritorno attraverso la formazione del gruppo che lo ha accompagnato all’ingresso della Sacra Corona Unita.

Eppure il libro non parla di questo. Il libro di Cassone è un diario intimo e al tempo stesso condiviso dell’umanità di Martino. Di un uomo che non saprà mai, purtroppo, cosa sarebbe potuto succedere alla sua vita, se la rabbia adolescenziale generata da un senso di inferiorità economica principalmente, avesse avuto una guida, un sostegno, un’alternativa. Senza pentimento giudiziario, tuttavia si trova davanti al pentimento più duro, più difficile. È lui il giudice di se stesso. Non si assolve. Si racconta mettendo a nudo le parti più dolorose e fragili di in essere umano. In attesa del giudizio divino.

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