Salentini a Sanremo

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Ancora oggi, in genere, quando non esistono le condizioni o le qualità per conseguire alcuni obiettivi si continua a citare il detto popolare Nu bbe terra pe ciciri. Sarà per il clima, la terra, il mare, ma qualsiasi cosa si ‘coltivi’ in questa terra baciata dal sole, il raccolto è sempre buono, così come succede per i frutti, ovvero i risultati raggiunti dalle nostre eccellenze in molti settori della cultura e dell’arte.

Accade anche nei vari generi musicali e in questa occasione la nostra attenzione si focalizza sulla presenza di artisti salentini al 69esimo Festival di San Remo.

La ricerca si limita a citare alcuni nomi, tra cantanti e musicisti, anche se non è escluso che ve ne possano essere altri.

Alessandra Amoroso, che abbiamo visto duettare insieme a Claudio Baglioni nella canzone Io che non vivo di Pino Donaggio, ha coinvolto il pubblico per la sua interpretazione emozionante, conclusasi con il pianto al termine della sua esibizione. Come è noto ai fans, quest’anno festeggia i suoi 10 anni di carriera dalla vittoria del talent show Amici (2009) condotto da Maria De Filippi.

Più ‘longeva’ invece la band salentina Boomdabash che ha compiuto 15 anni. Conosciuta per le loro hit raggae e dancehall, ha partecipato con il brano Per un milione. Grazie alla pubblicazione (2008) del primo disco Uno prende parte ad importanti festival raggae facendosi apprezzare anche all’estero. I componenti, come quattro moschettieri, sono: Biggie Bash (Angelo Rogoli), Payà (Paolo Pagano), ovvero le due voci ai quali si aggiungono il deejay Blazon (Angelo Cisternino) e il beatmaker Mr. Ketra (Fabio Clemente).

Dell’organico orchestrale, compagine in genere un po’ trascurata dai media, fanno parte due pilastri della sezione ritmica delle percussioni: Alessandro Monteduro, originario di Galatina e presente da alcuni anni al Festival, e il batterista leccese Maurizio Dei Lazzaretti. Il primo è conosciuto soprattutto nel genere classico e popolare (in particolare per la musica della taranta), Dei Lazzaretti è il batterista del Festival, oltre ad aver suonato con la Filarmonica della Scala e collaborato con compositori del calibro di Ennio Morricone e Nicola Piovani e artisti internazionali del mondo del pop, del jazz e del cinema.

Un altro salentino all’Ariston è Antonio Calò, alias Bungaro. Il cantautore brindisino, già vincitore del Premio della Critica a San Remo (1988) con la canzone Sarà forte otterrà, sempre a San Remo, una serie di riconoscimenti. La sua musica diventa anche colonna sonora di film di Ricky Tognazzi e Angelo Longoni. Scrive per Ornella Vanoni, Giusy Ferrero, Fiorella Mannoia, Emma Marrone e altri artisti. In questa edizione del festival ha duettato con Francesco Renga nella canzone Aspetto che torni di cui è anche autore.

Ad accompagnare Il Volo, nella performance della penultima serata, il violinista leccese Alessandro Quarta, musicista poliedrico che spazia dal repertorio classico al jazz, al pop e altro. Sentirlo suonare è uno spettacolo sia uditivo che visivo e la sua energia musicale è tale da coinvolgere tutti. Nel suo curriculum scopriamo una serie di importanti riconoscimenti e definizioni del tipo: “miglior talento italiano”, “Musical genius” “Miglior eccellenza italiana nel mondo” per la sezione musica, ecc.

Concludo con l’ennesimo desiderio condiviso di poter pensare ad una renaissance del Salento e del sud, in generale, partendo proprio dalla cultura, dall’arte e dalla musica.

Compositore, Direttore d’Orchestra, Flautista e Musicologo. Curioso verso ogni forma di sapere coltiva l’interesse per l’arte, la letteratura e il teatro, collaborando con alcune riviste e testate giornalistiche. Docente presso il Conservatorio di Perugia, membro della SIdM (Società Italiana di Musicologia), socio dell’Accademia Petrarca di Arezzo, dal 2015 ricopre l’incarico di Direttore artistico dell’Audioteca Poggiana dell’Accademia Valdarnese del Poggio (Montevarchi-Arezzo).

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