La corsa al Quirinale: nostra intervista ad Angelo Galippi, autore di un saggio su Sergio Mattarella

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Il 31 dicembre 2021, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha tenuto l’ultimo discorso a tutti i cittadini italiani, al termine del suo settennato al Quirinale.

Mattarella ha avuto la capacità di mettere alla prova i Partiti più anti europei come il Movimento 5 Stelle e Lega, li ha messi insieme, ricoprendo un ruolo di guida, di arbitro che non è mai passato inosservato, un uomo sempre fuori dai giochi politici. Il filo rosso dell’intero Mandato è stato l’invito a prenderci cura della Repubblica, soprattutto in seguito alla Pandemia che ha rischiato di mettere in ginocchio lo Stato e la Sanità; il Capo dello Stato ha sempre esortato i cittadini all’azione e alla Civiltà: ”Vi è un’Italia, spesso silenziosa, ma che non ha mai smesso di darsi da fare”. La speranza viene associata alla scienza e ai vaccini, un uomo cattolico democratico come il Nostro Presidente ha dato un contributo enorme alla stabilità del Paese. Oggi hanno avuto inizio le votazioni per l’elezione del suo successore e il Quirinale si prepara a ricevere un nuovo inquilino. Tra i papabili si fanno i nomi di Mario Draghi, Silvio Berlusconi, che qualche ora fa si dichiara indisponibile, Marcello Pera, Maria Elisabetta Casellati, Letizia Moratti, Gianni Letta, Pier Ferdinando Casini, Paolo Gentiloni, Giuliano Amato, Marta Cartabia, Paola Severino, Filippo Patroni Griffi, Elisabetta Belloni, ma anche molti Ministri attualmente in carica.

Il Presidente della Repubblica è eletto dal Parlamento in seduta comune. I componenti della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica, nonché i Delegati delle Regioni votano a Montecitorio a partire dal 24 gennaio.

Lo scrittore ed esperto Angelo Gallippi, Docente di Informatica all’Università di Roma Tor Vergata e Presidente del primo Comitato Regionale per le Comunicazioni ha recentemente scritto un libro sulla figura di Mattarella “Sergio Mattarella. 40 anni di storia italiana”.

Prof Gallippi, come mai una biografia completa e ricca di contenuti inediti sul Presidente Mattarella?

Per soddisfare la mia curiosità su Mattarella — politico ma soprattutto persona — ho raccolto una grande quantità di notizie sulla sua vita pubblica (su quella privata sono un po’ di meno), oltre a discorsi, articoli, interviste (piuttosto rare), scritti. Ne è venuto fuori un quadro così interessante che ho ritenuto doveroso condividerlo con il maggior numero possibile di persone, utilizzando l’insostituibile strumento del libro. Infatti non mi sembra(va) giusto lasciare a Wikipedia il ruolo di fonte primaria di informazioni alla quale la nostra e le future generazioni andranno ad attingere per ottenere una conoscenza per quanto possibile completa del nostro 12° presidente.

Come mai, secondo lei, Mattarella è riuscito, rispetto ai predecessori, ad evitare critiche e picconate?

Fondamentalmente per avere sempre operato secondo il dettato costituzionale, in particolare seguendo la nostra Costituzione — per Benigni “la più bella del mondo” —  in modo non solo formale, ma anche secondo lo spirito. Per fare ciò Mattarella disponeva di un’attrezzatura forse unica, essendo stato prima professore di Diritto costituzionale all’Università di Palermo, poi giudice della Corte Costituzionale. Nei confronti della nostra Carta, inoltre, egli ha un rapporto che potrei definire “affettivo”, dato che il padre Bernardo fu uno dei suoi artefici, avendo scritto l’emendamento, recepito nell’art. 34, che sanciva il diritto per gli alunni meritevoli privi di mezzi di proseguire gli studi mediante provvidenze statali assegnate per concorso. Per fare un solo esempio, Mattarella ha limitato al massimo il suo potere di rinviare una legge alle Camere — lo ha fatto una sola volta e per motivi squisitamente tecnici — firmando invece anche leggi che poco condivideva (la “Buona scuola”), perché, disse, “guai se ognuno pensasse che le proprie idee personali prevalgano sulle regole dettate dalla Costituzione. La Repubblica non funzionerebbe più”. Naturalmente i suoi atti non furono immuni da critiche, che arrivarono fino alla minaccia (mai attuata) di richiederne l’impeachment. Tuttavia lo stesso M5S, autore della minaccia, apprezzò poi così tanto il suo operato da pensare ultimamente alla sua riconferma al Quirinale.

Parliamo della scuola, tre insegnanti su due classi, riforma importantissima che ha rivoluzionato l’organizzazione scolastica.

Sì, riforma in realtà preparata in anni e anni di riflessioni e proposte, elaborate dai maggiori esperti del settore riuniti nella famosa “Commissione Brocca”. La riforma restò in vigore per ben 18 anni, quindi sopravvisse a lungo al breve passaggio di Mattarella al ministero (si dimise dopo un anno, nel 1990, per protesta contro la legge Mammì che favoriva le televisioni di Berlusconi). Da notare che la riforma venne affossata senza alcun dibattito parlamentare o confronto tra esperti, ma con un semplice decreto legge (estivo) che, come è noto, la Costituzione limita ai «casi straordinari di necessità e d’urgenza». Che la sua abolizione non fosse urgente è dimostrato dal fatto che il maestro unico fu reintrodotto solo dopo un anno, insieme al grembiule e al voto di condotta (!). La motivazione ufficiale fu un drastico taglio del bilancio, che effettivamente fu raggiunto riducendo l’orario settimanale da 30 a 24 ore, e negando l’immissione in ruolo a 85mila maestri precari.

Altra importante innovazione è l’abolizione del servizio Militare Obbligatorio.

Negli anni 1980 il quadro storico e geostrategico dell’Europa e del Vicino e Medio Oriente era mutato profondamente rispetto ai decenni precedenti, richiedendo sempre più spesso interventi in difesa della pace e dei diritti umani, nel quadro delle iniziative della comunità internazionale. Queste missioni richiedevano la disponibilità di uno strumento militare dotato di una grande professionalità, non conseguibile con il sistema del servizio di leva. Questo, soprattutto a causa della sua durata ridottasi sempre più con gli anni, non consentiva di raggiungere i livelli di operatività necessari. Così nel 1985 una legge promossa da Mattarella “sospendeva” il servizio di leva obbligatorio per i nati dopo quell’anno (per abolirlo ci sarebbe voluta una modifica costituzionale). Inoltre, in attesa che la naja terminasse in via definitiva, Mattarella alleviò parecchio la vita delle reclute con un disegno di legge anti- nonnismo, che introduceva tre nuove figure di reato: la violenza privata militare; i maltrattamenti e l’estorsione militare, e la procedibilità d’ufficio per i reati contro i diritti fondamentali. Al militare vittima di nonnismo, veniva anche riconosciuto il diritto di querela.

Potrebbe esserci un presidente donna, che ne pensa?

Più che il pensiero mio, conta quello del Presidente (che per altro condivido), e questo è inequivocabile. Alla domanda di una studentessa che gli chiedeva: ”Le farebbe piacere, Presidente, se dopo di lei venisse eletta una donna come capo di Stato?” Mattarella rispose che ciò: “non si è verificato, si verificherà certamente, mi auguro che avvenga presto”. Naturalmente questa affermazione di principio si deve poi confrontare con le candidature effettivamente in campo, e qui le riserve del centrosinistra su due nomi ipotizzati dal centrodestra rendono il sentiero della presidenza femminile piuttosto stretto, percorribile da una o al massimo due candidate.

Un suo pensiero personale in merito ai candidati e un pronostico.

Penso che tra i nomi elencati in precedenza è probabile che ci sia il nuovo presidente. Dalla rosa toglierei i candidati maggiormente etichettabili “di sinistra” (dato che la coalizione di centrodestra ha dichiarato che non li voterebbe) e un paio di nomi per i quali le riserve vengono invece dal centrosinistra). Penso anche che non sarà eletto nei primi tre scrutini, dato che finora non abbiamo sentito un solo kingmaker, ma solo tanti kingkiller, e mi auguro che abbia un curriculum talmente denso da indurre qualcuno a scriverne la biografia.