Il valore delle donne nell’occasione del Dantedi

0
271

In questa Giornata celebrativa del Sommo Poeta non dimentichiamo il periodo storico in cui le donne sono luce e speranza «A riveder le stelle», tutte le volte che ci rivolgiamo a loro dovremmo accostarci con sincero intelletto d’amore. Per tale occasione il focus è su «quella Beatrice beata, che vive in cielo con gli Angeli e in terra colla mia anima» che idealmente rappresenta tutte le donne della nostra vita.

Se trattasi di un personaggio reale o figura semplicemente di fantasia, presente nella Vita Nuova, nel Convivio o nella Commedia del sommo Poeta poco importa. Ciò che è fondamentale sta nel ricordare la sua bellezza, la purezza, l’intelligenza, valori che l’accostano a Maria, la Madre celeste. Parliamo delle donne e non importa specificare la loro età, il loro ruolo nella società o il loro grado sociale e culturale, condividendo il pensiero dantesco «Tutti li miei pensier parlan d’Amore».

Per noi la donna della nostra vita è madre, sorella, ecc., oltre a rappresentare l’angelo e la guida di ognuno. Penso alle tante donne che rischiano la loro vita negli ospedali per curare gli ammalati, a tutte le mamme che oltre a portare avanti il loro lavoro devono garantire il quotidiano nelle rispettive famiglie, alle religiose, alle scienziate, a chi vive nelle case con gli anziani; penso anche a quante donne hanno perso il lavoro e a quante non riescono ancora ad inserirsi nel loro ruolo più consono nella società.

Ritornando a Dante, se la Beatrice della Vita Nuova è l’emblema dell’amore e della giovinezza, nella Commedia rappresenta l’apoteosi tanto da rivederla ancora una volta nel XXX del Purgatorio, come appare nel Paradiso terrestre:

Io vidi già nel cominciar del giorno
la parte oriental tutta rosata,
e l’altro ciel di bel sereno addorno;
e la faccia del sol nascere ombrata,
sì che per temperanza di vapori
l’occhio la sostenea lunga fiata:
così dentro una nuvola di fiori
che da le mani angeliche saliva
e ricadeva in giù dentro e di fori,
sovra candido vel cinta d’uliva
donna m’apparve, sotto verde manto
vestita di color di fiamma viva.
E lo spirito mio, che già cotanto
tempo era stato ch’a la sua presenza
non era di stupor, tremando, affranto,
sanza de li occhi aver più conoscenza,
per occulta virtù che da lei mosse,
d’antico amor sentì la gran potenza.

Anche a noi non resta che unirci al canto del Sommo Poeta senza mai dimenticare la gentilezza del cuore, consapevoli che quando la bellezza femminile raggiunge il climax diventa saggezza e perfezione tanto da farci percepire la molteplicità delle beatitudini del Paradiso.

Compositore, Direttore d’Orchestra, Flautista e Musicologo. Curioso verso ogni forma di sapere coltiva l’interesse per l’arte, la letteratura e il teatro, collaborando con alcune riviste e testate giornalistiche. Docente presso il Conservatorio di Perugia, membro della SIdM (Società Italiana di Musicologia), socio dell’Accademia Petrarca di Arezzo, dal 2015 ricopre l’incarico di Direttore artistico dell’Audioteca Poggiana dell’Accademia Valdarnese del Poggio (Montevarchi-Arezzo).

LASCIA UN COMMENTO

Per favore scrivi un commento valido!
Inserisci il tuo nome qui

Convalida il tuo commento... *

CONDIVIDI
Previous articleAttivato il sito web dell’ambito territoriale sociale Campi S.na
Next articleDantedì, il ricordo del Sommo Poeta, 700 anni dopo la sua scomparsa