Porto Cesareo: scattano i sigilli per l’area camping “Lido Azzurro”

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lido azzurroPorto Cesareo (Le) – Una vigilia di ferragosto poco piacevole  per i carabinieri della Compagnia di Campi Salentina, per quelli della Stazione di Porto Cesareo, per gli uomini della Guardia Costiera di Gallipoli, per quelli dell’Ufficio Marittimo e della Polizia Municipale di Porto Cesareo che ieri hanno provveduto ad apporre i sigilli alla struttura ricettiva “Lido Azzurro” di Torre Lapillo.

Venivano, infatti, occupati abusivamente una buona fetta della riserva naturale Palude del Capitano e terreni di proprietà pubblica con annessa costruzione di bagni chimici con scarico diretto nel canale che porta al mare.

Questa situazione era  venuta a galla già quattro anni fa e, anche per ragioni di sicurezza, non poteva più protrarsi oltre. È scattato perciò il sequestro preventivo su tutta l’area, disposto dal gip Vincenzo Brancato su richiesta del PM Antonio Negro.

A finire nei guai sono stati i titolari del lido, i coniugi C.E. e M. F. S.

Le accuse a loro carico sono di aver invaso arbitrariamente terreni demaniali al fine di occuparli o di trarne profitto (art. 633 cp) con l’aggravante contenuta nell’art. 639 bis del codice penale.

I terreni appartenevano all’ex Ente regionale di sviluppo agricolo, l’Ersap, che, una volta sciolto, sono transitati nel patrimonio della Regione Puglia che li aveva dati in concessione al Comune di Porto Cesareo perché curasse il ripristino del cordone dunale.

I titolari del lido avevano ottenuto una concessione stagionale dal 1990 al 1998, dopodiché avevano continuato a occuparla pur in assenza di quel titolo legittimante.

La struttura “Lido Azzurro” era stata destinataria nel tempo di tre ordinanze di demolizione e ripristino dello stato dei luoghi, emesse dal Comune di Porto Cesareo, l’ultima risalente all’otto luglio scorso, tutte restate inattuate. Erano così restate in piedi e utilizzate le strutture metalliche di copertura, le casupole lignee che ospitavano i bagni e il chiosco destinato a bar e somministrazione cibi, realizzati in assenza autorizzazione edilizia.
Lo sgombero è stato reso assai delicato e complesso dal cospicuo numero di clienti e ospiti della struttura: erano circa 500 le persone lì presenti, su caravan, roulotte e tende. Numerose anche i nuclei  familiari che avevano scelto di soggiornare per ferragosto nel lido e che invece sono stati costretti – da un momento all’altro –  a trovare soluzioni alternative in alcuni casi con l’aiuto degli stessi militari che si sono prodigati per risolvere le situazioni di disagio maggiore.

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