Picchia la compagna con un manico di scopa. L’amore criminale si diffonde a macchia d’olio

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Picchia la compagna e la perseguita: scatta il divieto di avvicinamento per un 38enne di Presicce-Acquarica.


Nella giornata di Lunedì 21 Giugno, gli agenti in servizio presso il Commissariato di Polizia di Taurisano hanno notificato l’Ordinanza con la quale il G.I.P. del Tribunale di Lecce ha disposto nei confronti di un 38enne, compagno di una giovane donna, la misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima, mantenendo una distanza di almeno 200 metri dai luoghi frequentati dalla stessa, vietandogli di comunicare con qualsiasi mezzo, telefonico o telematico.

L’ordinanza di applicazione della misura cautelativa pone fine a una delicata attività investigativa che aveva preso avvio nel maggio scorso, a seguito di una telefonata al 113 in cui la vittima chiedeva aiuto dopo esser stata picchiata dal compagno con il manico di una scopa.

Dalle dichiarazioni della vittima e di altri testimoni, sono emersi gli atteggiamenti violenti e possessivi da parte dell’indagato nei confronti della donna, la quale era costretta a usare il telefono del compagno per telefonare ad amici e parenti. La relazione, durata 18 mesi, è stata segnata da ripetuti allontanamenti da parte della donna, che, però, non ha inteso sporgere querela, per evitare di danneggiare l’uomo, al quale era legata, nonostante tutto.

Ennesima storia di violenza e aggressioni nel Salento. Ennesima storia in cui la vittima è una donna. Solo pochi giorni fa, un’altra vicenda di maltrattamenti ha segnato il Nord Salento, dove, il gestore di un bar, un 70enne, è finito sotto processo con l’accusa di violenza sessuale aggravata nei confronti di una dipendente che ha raccontato di essere stata costretta dall’uomo, che approfittava del suo stato di bisogno, a subire e compiere atti sessuali e di essere stata minacciata, sentendosi dire che, in caso di rifiuto sarebbe stata licenziata. Invece, circa un mese fa, sono scattati  tre arresti nei confronti di tre uomini, rispettivamente di Ruffano, di Squinzano e di Ugento, accusati di maltrattamenti, aggressioni e lesioni tra i muri domestici. In particolare, l’ugentino, in evidente stato di alterazione psicofisica dovuta all’assunzione di alcolici e sostanze stupefacenti, è stato ritenuto responsabile di maltrattamenti in famiglia, minacce e lesioni personali nei confronti della convivente in stato di gravidanza e della propria suocera. Un litigio sfociato in violenza all’interno dell’appartamento, in cui  l’uomo ha provocato lividi sul corpo e sul volto della vittima e persino una frattura alla spalla.

Tutte le vicende dimostrano che il fenomeno della violenza sulle donne, nel Salento, è incessante e i dati parlano chiaro, svelando un quadro preoccupante, soprattutto a fronte dei quasi due anni trascorsi in casa costretti dalla pandemia. Basti pensare che, solo nel 2020 e solo nella provincia di Lecce gli atti persecutori sono stati 203, i casi di maltrattamento 145 e le violenze sessuali 44. Invece, in questi primi sei mesi del 2021, il Salento è stato lo scenario dell’efferato femminicidio di Sonia Di Maggio, 29enne uccisa a Minervino di Lecce con oltre venti coltellate dal suo ex, un 39enne da cui già in passato aveva ricevuto delle minacce. Da non omettere poi i casi di maltrattamenti, già a quota 5.

Questi numeri, già di per sé sconfortanti, appaiono ancor più preoccupanti, poiché non rappresentano a pieno la realtà poiché tante, troppe donne non hanno il coraggio di denunciare, per paura di reagire o, peggio, di essere ignorate.

Volantino YouPol (A) CMYK

Occorre tenere a mente che esistono numerosi mezzi e campagne a tutela delle vittime di violenza. Dallo scorso lockdown l’app YouPol, scaricabile sui propri smartphone, è stata estesa alle segnalazioni di violenza domestica. L’app è caratterizzata dalla possibilità di trasmettere in tempo reale messaggi ed immagini agli operatori della Polizia di Stato.

Le segnalazioni sono automaticamente geo-referenziate, ma l’utente può modificare il luogo dove sono avvenuti i fatti. É inoltre possibile chiamare direttamente dall’app il 113. Tutte le segnalazioni vengono ricevute dalla Sala Operativa della Questura competente per territorio. É inoltre prevista la possibilità di segnalare in forma anonima, per chi non voglia registrarsi fornendo i propri dati. Un’altra app, “Scudo” è in fase di sperimentazione. Quest’app verrebbe messa a disposizione delle forze di polizia, alle quali consentirebbe di possedere tutte le informazioni utili sui precedenti interventi  effettuati presso lo stesso indirizzo.

Inoltre, in Salento, precisamente ad Alezio è stato recentemente inaugurato uno sportello antiviolenza e a Lecce è presente un centro antiviolenza intitolato a Renata Fonte, che da anni opera per prevenire la violenza e supportare le vittime. Sul territorio nazionale, invece, nel 2019 è stata introdotta la riforma del cosiddetto “Codice rosso”, che ha innovato e modificato la disciplina penale e processuale della violenza domestica e di genere e che ha esteso il termine di denuncia a 12 mesi.

Denunciare è essenziale. É necessario che ogni donna vittima di violenza sappia di non essere sola e che abbia, come afferma Francesca Bottazzi, avvocato e fondatrice di “ImpresaMamma”, il coraggio di alzare la testa, di riprendere le fila recise da una mano violenta,di ripartire e di riprendere il  viaggio di una vita con consapevolezza e orgoglio, con la certezza di potercela fare.