Ordinanza del sindaco Paolo Perrone per cercare di contrastare l’attività di meretricio in alcune vie di Lecce

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Paolo Perrone Sindaco di LecceLecce “E‘ un’ordinanza pensata e ripensata e che è stata condivisa con le forze dell’ordine e la Prefettura di Lecce. Non è un provvedimento contro qualcuno ma una forma di rispetto del vivere civile”. Così il sindaco Paolo Perrone commenta l’ordinanza di contrasto alla prostituzione  e tutela della sicurezza pubblica che entrerà in vigore martedì 15 settembre e che – come sottolinea lo stesso primo cittadino leccese – “ci è stata ‘suggerita’ dai residenti della zona per assicurare il decoro e la sicurezza urbana”.

Nell’ordinanza – che cesserà i suoi effetti il 15 gennaio 2016 – si dice espressamente che è vietato porre in essere “comportamenti diretti in modo non equivoco ad offrire prestazioni sessuali a pagamento mediante atteggiamenti o modalità comportamentali, compreso l’abbigliamento, che possano ingenerare la convinzione che si stia esercitando la prostituzione; è fatto divieto  contrattare, concordare prestazioni sessuali, consentendo la salita sul proprio autoveicolo oppure intrattenendosi, anche dichiaratamente, solo per chiedere informazioni con soggetti che esercitano l’attività di meretricio su strada o, che per i loro comportamenti, abbigliamento e modalità di approccio manifestino l’intenzione di esercitare prestazioni sessuali, porre in essere atti sessuali su spazi aperti al pubblico o visibili al pubblico”.

L’ordinanza verrà applicata nelle seguenti vie: Via Don Bosco, Via Veneto, Via Montello, Via Lombardia, Via Martiri D’Otranto, Via Piemonte, Via Montegrappa, Via Orsini Ducas, Via Diaz, Via De Angelis, Via De Jacobis, Via Rudiae, Via O. Quarta, Via Lequile, Via Massaglia e Via Vecchia Carmiano.

Le violazioni saranno punite con la sanzione amministrativa di 300 euro.

“Questo provvedimento – conclude il sindaco Paolo Perrone – non servirà certo a debellare l’attività di prostituzione,  che peraltro in Italia non costituisce un reato, ma ad evitare che venga concentrata in una zona densamente abitata da famiglie leccesi. Nello stesso tempo, continueremo a lavorare sul piano della prevenzione, grazie all’aiuto dei servizi sociali, per individuare alcuni casi particolari”.

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