Lecce, un agente della Penitenziaria ricoverato per ustioni, dopo l’incendio della sua divisa

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Divisa polizia PenitenziariaLecce – Nella mattinata di ieri, la tuta di servizio indossata da un agente di Polizia Penitenziaria in servizio presso la Casa Circondariale di Lecce ha preso fuoco a seguito della scintilla sprigionata dalla sigaretta elettronica che era stata riposta in un tasca della stessa tuta. L’appartenente al Corpo vittima dell’incidente ha riportato ustioni di terzo grado sulle gambe ed stato ricoverato d’urgenza presso il Centro Grandi Ustionati “Perrino”, a Brindisi.

Rispetto al grave episodio occorso, appare di tutta evidenza che quale che ne sia stata la causa (la sigaretta elettronica) un indumento tutt’altro che di poco prezzo e tra l’altro facente parte della dotazione ufficiale e nazionale di appartenenti ad Corpo di Polizia assai spesso impegnati proprio in interventi di spegnimento di incendi nelle camere e nei reparti detentivi, non dovrebbe incendiarsi e sprigionare fiamme al pari di un qualsiasi indumento di fibra sintetica acquistato sulla bancarella di un mercatino rionale. 

Inappuntabile la denuncia da parte della Segreteria Generale dell’O.S.A.P.P. (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) che, in una nota, scrive: “L‘uniforme Operativa risulta di pessima qualità in quanto a stoffa e fattura, si scolorisce dopo pochi lavaggi ed altrettanto facilmente si usura; dalla stoffa fuoriescono pelucchi e filamenti bianchi (probabilmente relativi all’elasticizzazione del tessuto) e a nulla è valso il tentativo di sostituirne alcune. Tra l’altro le strisce di colore azzurro al lato delle cuciture, e che sono caratteristica del Corpo, si frantumano e si disperdono con estrema facilità rendendo ulteriormente evidente la completa trasandatezza dell’indumento;l’Uniforme Operativa estiva di nuova fornitura, per converso, è priva della scritta “Polizia Penitenziaria” all’altezza delle scapole che nei servizi notturni poteva anche rifrangere la luce con ciò identificando gli appartenenti al Corpo; la fornitura di camicie bianche, non avviene più da tempo e il Personale deve provvedere a proprio carico e onere; la fornitura di calzature, sia relative all’uniforme ordinaria e sia relative all’uniforme di servizio, non avviene più da tempo ed anche in questo caso è il Personale a provvedere con evidente disomogeneità; la sostituzione dei giacconi impermeabili in goretex, anch’essa non si verifica da tempo e nei servizi notturni all’esterno ciascuno provvede secondo disponibilità”.

Parrebbe, dunque, sempre più compromessa la condizione lavorativa degli agenti di Polizia Penitenziaria: non bastavano il degrado delle strutture, l’assenza di formazione e le condizioni organizzative che portano a turni massacranti e stressanti. Ora si aggiunge anche l’equipaggiamento. 

“Ancora una volta – scrive Ruggero D’Amato, segretario provinciale dell’O.S.A.P.P. – facciamo appello alla politica perché intervenga su un sistema oramai sempre più agonizzante, restituendo dignità e sicurezza agli agenti di Polizia Penitenziaria”.