Ne bis in idem

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Era il 2 Novembre del 2007 quando a Perugia  veniva  uccisa  Meredith Kercher studentessa inglese. Tra i presunti responsabili dell’orrendo crimine ci sono Raffaele Sollecito, studente universitario di origine pugliese, e Amanda Knox, cittadina americana residente a Perugia per motivi di studio.

In primo grado gli stessi vengono condannati,  Sollecito a 25 anni di carcere, mentre Knox a 26 anni.

Dopo un lungo iter processuale, il 3 ottobre 2011 la Corte d’Assise di appello di Perugia assolve Amanda e Raffaele.

In questi giorni, la Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso del procuratore generale di Perugia e dei familiari di Meredith, parti civili nel processo,  ha annullato le assoluzioni di Amanda Knox e Raffaele Sollecito.

Adesso viene il bello!!!

Nel rispetto del Trattato di estradizione, stipulato a Roma nel 1983, tra Italia e Stati Uniti, lo stesso riporta all’articolo VI: “Ne bis in idem”

L’estradizione non é concessa quando la persona richiesta é stata condannata, assolta o graziata, o ha scontato la pena inflittale dalla parte richiesta per gli stessi fatti per i quali l’estradizione è domandata.

La domanda è scontata: Amanda Knox verrà in Italia per affrontare un nuovo processo?

Gli Stati Uniti in che modo affronteranno, con l’Italia, una probabile decisione di non essere presente dell’imputata? Concederanno l’estradizione qualora venisse condannata?

E dopo aver  dato risposta a tutte queste domande, con l’amaro in bocca, pensiamo ai Marò, in primis, ma anche a Tommaso Bruno, Elisabetta Boncompagni  e a tutti quegli italiani che sono trattenuti, in stati esteri, contro la loro volontà e senza aver avuto un giusto processo. Anche gli Stati Uniti “abbandoneranno” i loro cittadini?

Viva l’italia, viva chi ci rappresenta!!!

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