Un arcobaleno per dirmi che ci sei

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Arcobaleno

Silvio si sentiva vuoto, inerte e senza forze. Troppi avvenimenti avevano scosso la sua vita e messo a dura prova i suoi nervi: il cancro del padre, la perdita del lavoro e la conseguente fine della storia d’amore con Carola.

Quest’ultima  diceva di non avere nessun altro per la testa, ma il cuore di chi ama legge oltre le apparenze e anche se, a causa dell’effettiva incertezza lavorativa non si poteva parlare di matrimonio, Silvio sentiva che quella persona che gli parlava con le lacrime agli occhi non era più la sua Carola ed in quel periodo già troppo tempestoso  non esitò a lasciarla andare.

Ma chi voleva prendere in giro? Chi ama davvero come potrebbe mai lasciare il proprio compagno in un momento così difficile? Silvio si sentiva abbandonato da tutti proprio quando ne aveva più bisogno e la sua vita era come un puzzle frantumato da una violenta mano invisibile che non riusciva a bloccare in alcun modo…

Ma non doveva nè poteva crollare. Lo doveva fare almeno per suo padre. Doveva sforzarsi e cercare di donare sensazioni positive, perché lottava con dignità contro quel male che lo stava spegnendo inesorabilmente come una candela. A Silvio ormai non importava più niente. Sperava solo in un miracolo per suo padre. Non entrava più in chiesa ormai da tanto tempo, ma  sentiva un irrefrenabile bisogno di parlare direttamente con il Signore del suo senso d’angoscia e solitudine. Decise di entrare nella chiesa dove da bambino aveva ricevuto tutti i sacramenti e con il cuore in frantumi pregò… Non piangeva da tempo, forse l’ultima volta che una lacrima aveva rigato il suo viso era stata in occasione del funerale di sua madre.

Chiese al Signore di sostenerlo, di togliergli di dosso quel grigiore e quell’ansia che aveva dentro e di non portargli via suo padre, perché era l’unica persona cara che gli fosse rimasta… Lo sfogo e la preghiera gli donarono quel tanto di coraggio in più che bastava a fargli affrontare la giornata.

Tutto sembrava apparentemente calmo. Il padre di Silvio stava reagendo bene alla chemioterapia, Carola aveva mandato dei messaggi sul cellulare per sapere solo di suo padre, ma Silvio non le diede mai alcuna risposta. Due giorni dopo il padre di Silvio morì in ospedale. Così, senza preavviso. Il giorno del decesso cadde una pioggia incessante tutto il giorno che  coprì le lacrime di Silvio. Al funerale c’era tanta gente, c’era anche Carola. Silvio ringraziò tutti con le solite frasi di rito muovendosi come un automa.

È così quando se ne va via una persona cara. Il senso di vuoto ti avvolge il cuore e ti restituisce un dolore che ti toglie il fiato. Ma Silvio l’aveva promesso a se stesso e soprattutto al padre: sarebbe stato forte e avrebbe dato una svolta alla sua vita cercando principalmente un lavoro decoroso.

Il primo giorno senza suo padre decise di prendere la sua auto e farsi guidare da lei. All’inizio girò a vuoto, con gli occhi aperti, ma vuoti come la sua anima. Aveva smesso di piovere e nell’aria si sentiva un fresco odore, la sua auto procedeva verso la città a velocità media e i curriculum erano chiusi in una busta sul sedile passeggero.

“Dove vado?! Papà! Aiutami ovunque tu sia!” pensò trattenendo le lacrime Silvio.

All’improvviso Silvio notò un grande arcobaleno che sembrava abbracciare la campagna circostante ed indicargli la strada verso il sereno. Allora tutto gli fu più chiaro, un debole sorriso rilassò il suo volto e per delle ragioni che è davvero molto difficile spiegare se non le si prova personalmente seppe cosa fare e dove andare. Era come se suo padre gli avesse risposto e avesse dato forma e colore alla sua giornata come se non se ne fosse mai andato via…

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