Emozioni senza tempo nel mondo fatato di “Molistella – Vi racconto la mia vita di Molino ad acqua”

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Non è difficile definire una bellissima favola “Molistella – Vi racconto la mia vita di Molino ad acqua” di Rosalia Dancelli, edita  da “L’Officina delle Parole” di Pompea Vergaro.

Un lavoro, quello della Dancelli, che fa risuonare emozioni, sensazioni senza tempo, consentendo al lettore di entrare in contatto con un mondo fatato, guidandolo in un viaggio fantastico attraverso territori di grande suggestione.

Molì è il protagonista della storia, un mulino ad acqua che, secolo dopo secolo, vede avvicendarsi intorno alla sua preziosa macina di pietra numerose famiglie ed intere generazioni. Sono un vecchio, vecchissimo mulino ad acqua, ho attraversato i millenni e i secoli in buona salute e, a dispetto della mia veneranda età, e, con l’aiuto e la grazia del Buon Dio, sono vissuto in perfetta armonia con tanti mugnai… e le loro grandi famiglie”.

L’ambientazione è Paisco Loveno, piccolo comune montano della Valcamonica, antichissima valle alpina in provincia di Brescia. Imponenti montagne, rocce dolomitiche dalla lunga e complessa storia geologica gli fanno da cornice. Il mulino, abbandonato ma ristrutturato dalla scrittrice dopo averlo comprato, si rivela al lettore come “luogo dell’anima”, come luogo magico, incantato fatto di montagne con cime oltre i 2000 metri, laghetti alpini, mulini dismessi, villaggi, sentieri di montagna, torrenti dalle acque freschissime. Una rievocazione poetica estremamente bella, delicata e suggestiva, a tratti nostalgica intrisa di meraviglia e ricordi vivi nonostante lo scorrere incessante del tempo: “Tutte le mie giornate sono state scandite dal ritmo perfetto della natura… la mia piccola finestra affacciata sul bosco mi dava l’esatto scorrere del tempo. Ricordo lunghi, lunghissimi inverni, immerso nella pace e nel silenzio di queste quattro mura. Ascoltavo l’acqua che non fa rumore, zittita solamente da una soffice coperta di neve fresca, anch’essa rispettosa del meritato riposo di ogni creatura dell’universo”.

I pensieri della scrittrice che si inanellano tra passato e presente si dipanano nelle pagine del libro con grande maestria ed eleganza. Le righe custodiscono e rivelano la memoria di un passato intriso di ricchezze, di nostalgia per un ritorno alla terra-passato, di riflessioni e ricostruzioni di realtà ormai in disuso. Un passato foriero di ricordi che mettono in luce modi di vivere antichi immersi in un tempo lento, fatto di un contatto perfettamente armonioso con la natura e di una condivisione ormai inesistente: “Nel bosco, se da un solo castagno, i ricci cadevano al di là del confine, su due proprietà distinte, le castagne venivano lasciate al loro posto e raccolte dal proprietario della pianta; in quei tempi tutti ci si conosceva e tutti ci si aiutava; anche chi non possedeva boschi, animali, terra da coltivare, ma due mani operose e l’onestà, riusciva a guadagnarsi i mezzi di sostentamento…”.

Molì era stato testimone di anni difficili ma comunque all’insegna della condivisione e della convivialità. Lo sguardo della scrittrice si schiude e cattura scenari che vengono rivelati al lettore con un linguaggio appassionato e appassionante in grado di far percepire vividamente le realtà descritte seppur lontanissime nel tempo. Vengono così svelate, nonostante gli anni duri, atmosfere e paesaggi da sogno e il passato viene ritratto come rifugio pervaso di positività in contrapposizione ai giorni odierni:“Abbiamo affidato il mondo ai cultori dei numeri e del profitto ad ogni costo. Abbiamo martoriato questa terra, che non è nostra perché ci è stata solo affidata in custodia. Felicità e amore è salvaguardarla in ogni forma di vita, tutti i giorni”. Il grande desiderio della scrittrice , il suo intento, è, usando le sue stesse parole, quello della “salvaguardia e della rinascita di queste meravigliose macchine create per il benessere dell’Umanità”. Molì “ha respirato” nelle belle e intense pagine del libro grazie alla scrittrice, che ha ripercorso tutta la sua storia. Ora lei vuole ridare vita al Mulino, rifacendolo vivere nella realtà odierna… e a noi non rimane che augurargli, che questo suo sogno si avveri, per poter scrivere come in tutte le favole un bel lieto fine. Buona vita Molì!

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