I “soliti diversi”

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Secondo il CENSIS (Centro Studi Investimenti Sociali) l’Italia del 2018 è affetta da una grave forma di ‘sovranismo psichico’, ovvero “una reazione pre-politica (…) che talvolta assume i profili paranoici della caccia al capro espiatorio, quando la cattiveria diventa la leva cinica di un presunto riscatto e si dispiega in una conflittualità latente…”. Ma cosa siamo diventati?!

L’Italia, con tutti i suoi limiti, si è sempre distinta in Europa per la sua propensione al sostegno sociale dei più deboli, di quei “soliti diversi” fra cui si possono annoverare gli immigrati (più o meno regolari) in difficoltà, i disabili, i disagiati sociali e gli emarginati di ogni genere.

Questa reazione pre-politica ci rende tutti colpevoli allo stesso modo perché sarebbe inesatto e troppo sbrigativo attribuire una tale regressione morale e sociale (perché di questo stiamo parlando!) all’azione di un eventuale leader politico fomentatore; la profonda insoddisfazione personale, comune evidentemente a tanti nostri connazionali, ha generato una sorta di caccia alle streghe, sostituite dai moderni reietti in circolazione nel Bel Paese. Primi fra tutti ovviamente le orde di profughi e di immigrati che, dopo aver rischiato la loro vita in viaggi interminabili, arrivano nella civile Europa con la speranza di una vita dignitosa e diventano invece carne da macello.

“Italiani, brava gente” ma dalla memoria corta! Non ci ricordiamo più nostri i lunghi viaggi con la valigia di cartone verso il nuovo mondo o verso le miniere belghe e le fabbriche svizzere e tedesche, non ci ricordiamo più della miseria che ci rendeva sporchi e ignoranti e, ancora peggio, non ci ricordiamo più che insieme alla pizza e alla musica napoletana (e tanto altro) abbiamo esportato anche la mafia con il suo carico di morte e di dolore! Eppure guai a pensare anche solo lontanamente che gli italiani siano tutti mafiosi e ignoranti!

Come italiani abbiamo vissuto sulla nostra pelle il peso del pregiudizio e dell’infamia eppure, dopo il rancore, tratto distintivo evidenziato nel rapporto del Censis del 2017, siamo riusciti a sviluppare la cattiveria, mascherata da moralismo puro, che ci aiuta a mantenere le distanze dalla realtà. Una realtà ambigua e ipocrita che viene descritta magistralmente da Frankie hi-nrg e Fiorella Mannoia in Questo non è un film, una canzone del 2011, ancora molto attuale, che recita “…dalla Transilvania non arrivano vampiri ma badanti, da Santo Domingo non profughi o zombie, ma ragazze condannate a qualcuno che le trombi, dalle Filippine colf e pure dal Bangladesh, dalla Bielorussia solo carne da lap dance; scappano per soddisfare vizi e sfizi nostri, loro son le prede, noi siamo i mostri, loro la pietanza, noi i commensali e se loro son gli avanzi noi siam peggio dei maiali, pronti a divorare a sazietà, pronti a lamentarci per la puzza della varia umanità, che ci occorre, ci soccorre, ci sostenta…”.

Guardiamoci indietro e poi guardiamo cosa siamo diventati e ricordiamoci sempre che la storia è piena di corsi e di ricorsi e, non di rado, vittime e carnefici si alternano in un infinito e pericoloso circolo vizioso che solo una reale umanità potrebbe spezzare.